Autodafe

作词:Francesco Di Gesù

作曲:Sebastiano Ruocco,Giulia Puzzo

所属专辑:La Morte Dei Miracoli

歌词

@migu music@

Prendo le distanze da me

perché non voglio avere niente a cui spartire con me,

da condividere con chi come me non fa nulla per correggersi:

sono il mio nemico, il più acerrimo.

Carceriere di me stesso con la chiave in tasca

invoco libertà ma per adesso so che questa cella resterà sprangata

a triplice mandata dall'interno:

sono l'anima dannata messa a guardia del mio inferno.

Reprimo ogni possibile "me",

inflessibile, inarrestabile nel mio restare fermo immobile,

segno i giorni scorrere sul calendario, faccio la vittima, il mandante ed il sicario..

Sono l'Uomo Nero che turbava i sogni quando li facevo,

credevo di esser libero ma non mi conoscevo come adesso

ed ego non mi absolvo neanche quando mi confesso dei peccati che ho commesso

e guido un autodafè

In cattiva compagnia soprattutto se sto solo,

negativo come i G in una picchiata, prendo il volo,

salgo, stallo e aspetto il peggio,

che non sta nella caduta ma nell'atterraggio come dice Hubert.

Malato immaginario più di quello di Molière,

sono il mio gregario e mi comporto da Salieri e non chiedermi il perché,

che come il Tethered quando perdo il filo poi non mi puoi più riprendere..

Caro amico non ti scrivo, non ti cerco e non ti chiamo mai,

batti un colpo se ci sei e se stai ascoltandomi,

strappami da questo mio torpore atarassico,

mi son perso dentro un parco che è giurassico e non trovo vie d'uscita:

vieni a prendermi o precipito,

scivolo come Maximillian verso il buco nero del fastidio:

nel tedio per me non c'è rimedio e me ne accorgo

perché sono sotto assedio mentre tu mi fai l'embargo.

Critico, m'arrampico su cattedre che non mi spettano

e mi accorgo solo dopo un attimo che esagero:

ma come al solito il danno fatto è irreparabile,

la storia è irreversibile, la mia memoria è labile e lavabile..

Abito quest'ombra con contratto ad equo-canone

pagando la pigione all'abitudine e prendendo l'eccezione come regola di vita:

sto di casa a pianterreno e gioco a fare lo stilita..

Vago, divago, come il dr. Zivago

io mi sbraccio e non mi vedi,

cerco mani e spesso trovo piedi,

cerco fumi e trovo lumi che mi bruciano,

ed io so bene che le cicatrici restano.

Carta, penna e poco più per stare a galla,

nella testa il mio pensiero è come un ragno in una bolla:

seduto in riva al fiume aspetta di veder passare il mio cadavere.

pazientemente...

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